Una fidata compagna in cucina, per la realizzazione di ottimi gnocchi e arrosti succulenti. È la patata di Ossimo, tubero autoctono del piccolo centro della Valle Camonica situato lungo la tratta Malegno – Borno.
Tondeggiante e appiattito, la patata di Ossimo ha pasta bianca, dimensioni medio – grandi e una buccia chiara e sottile. Le sementi hanno un ciclo vegetativo variabile tra 140 e 160 giorni e il raccolto avviene a metà ottobre. La polpa bianca ben si presta per la produzione di pane.
Chiamata anche patata di San Carlo per il nome del santo a cui è dedicata la Chiesa che domina le colline sede di raccolti generosi, la patata di Ossimo ha una storia interessante. Dopo un processo di miglioramento genetico del tubero grazie agli studi di Trebbio Trebbi, favorito dall’elevata predisposizione dei terreni alla sua coltivazione, Ossimo mise a disposizione campi sperimentali di patate per tutti gli anni ’50. Un approccio che ebbe valenza scientifica a livello nazionale. Ed ecco il 2004, con il ritrovamento da parte del Museo Etnografico di preziose patate da seme e il primo ricco raccolto, avvenuto a ottobre.